Assertività: ormai tutti conoscono il significato di questa parola, ma quanti possono dire di essere davvero assertivi? Abbiamo già visto in questo articolo come essere assertivi migliori le nostre relazioni interpersonali, quindi ora ne approfondiremo le caratteristiche principali.

Nella comunicazione si possono individuare tre stili: l’aggressivo, il passivo e appunto, l’assertivo. Generalmente ogni giorno mettiamo in atto comportamenti riconducibili a tutti e tre gli stili a seconda del contesto o della persona che abbiamo davanti, ma in alcuni casi uno stile può essere prevalente sugli altri. Prima di procedere alla descrizione della comunicazione assertiva, analizziamo gli stili disfunzionali.

Comportamento aggressivo

Quando utilizziamo questo tipo di comunicazione, mettiamo in atto dei comportamenti che violano i diritti altrui e sono incuranti dello stato d’animo dell’altro. Ecco alcuni elementi che potremmo trovare:

  • Non accettare le opinioni altrui: negando all’altra persona di avere delle proprie idee, la priviamo del diritto di esprimersi.
  • Ritenersi sempre nel giusto e attribuire i propri errori e disagi agli altri: è ovvio che se la persona non sbaglia mai, allora gli errori che commette derivano da qualcun altro!
  • Sopravvalutarsi: si ritiene superiore alle altre persone e questo comporta una relazione disfunzionale con gli altri.
  • Colpevolizzare gli altri e sentirsi in diritto di giudicare tutto e tutti: visto che si innalza ad un livello superiore, l’individuo aggressivo considera gli altri inferiori e li tratta di conseguenza.
  • Manipolazione: questa è la modalità più subdola perché a volte si fa fatica a riconoscerla. La persona si mostra gentile e disponibile, ma in realtà cerca solo di piegare l’altro al proprio volere.

Comportamento passivo

La persona che mette in atto questo comportamento ha difficoltà ad esprimere quello che prova o pensa. Queste sono alcune caratteristiche:

  • Incapacità di esprimere apertamente bisogni e opinioni: si ha difficoltà nel mostrare all’altro cosa si pensa in maniera chiara, anche se si tratta di piccolezze.
  • Difficoltà nel prendere decisioni o posizioni chiare: l’individuo fa fatica a schierarsi da una parte o dall’altra e sembra voler sempre rimanere nel mezzo per non far torto a nessuno.
  • Subire gli altri: come diretta conseguenza della difficoltà di esporre ciò che si pensa, l’individuo si trova spesso a sottostare alle decisioni altrui senza battere ciglio.
  • Ritenere gli altri migliori di sé stessi: in molti casi, il comportamento passivo è associato ad una bassa autostima. Subire costantemente gli altri porta la persona a sentirsi impotente e a rinforzare un’immagine di sé negativa.
  • Spesso è compiacente e gli altri possono approfittarsi di lui. Se il disagio che ne deriva è eccessivo può “esplodere” e diventare eccessivamente aggressivo.
  • Relazioni interpersonali insoddisfacenti: non è facile affrontare tutto ciò ed è quindi comprensibile che la persona sia scontenta.

Ti riconosci in qualcosa?

Probabilmente ti sei ritrovato in alcuni di questi punti, sia tra quelli del comportamento aggressivo che passivo: come ti ho spiegato sopra, capita di agire in maniera differente a seconda dei contesti in cui ci troviamo.

Forse con il tuo superiore tendi ad essere maggiormente passivo, mentre con il partner dai il via libera all’aggressività e in entrambi i casi, credo che tu possa non essere soddisfatto al 100% dei risultati che ottieni.

Magari ti rimproveri di non essere riuscito a dire di no all’ennesima richiesta, di aver accettato ancora una volta di lavorare oltre l’orario stabilito pur sapendo che non riceverai nessun compenso aggiuntivo, o di aver discusso animatamente con il partner perché non accetti che possa avere una visione delle cose diversa dalla tua.

In qualunque caso c’è un’alternativa, ed è proprio l’assertività: questo non cambierà magicamente gli altri o le situazioni in cui potresti trovarti, ma modificherà il modo in cui tu le affronterai e di conseguenza anche le relazioni interpersonali saranno più soddisfacenti.

Comportamento assertivo

Attraverso l’assertività, la persona è attenta alle proprie e altrui esigenze, riesce ad avere un comportamento congruo al contesto e riesce ad esprimere i propri bisogni ed idee nel pieno rispetto degli altri. Ecco alcuni punti chiave:

  • Capacità di ascoltare i propri bisogni e di comunicarli in maniera efficace. Questo presuppone anche la capacità di riconoscere le proprie emozioni e comprenderle (se vuoi approfondire il tema delle emozioni, clicca qui)
  • Disponibilità a modificare le proprie opinioni: una frase famosa recita “solo gli stupidi non cambiano mai opinione”, ed è proprio così. La persona assertiva si sa mettere in discussione ed è disposta a confrontarsi senza timori con l’altro.
  • Non esigere che gli altri si comportino come vorrebbe e non essere possessivi verso le persone che lo circondano: l’individuo riconosce le differenze individuali e le rispetta nello stesso modo in cui vuole essere rispettato dagli altri.
  • Non sentirsi in diritto di giudicare gli altri: proprio perché si sa mettere in discussione, non veste mai gli abiti di un giudice.
  • Riesce a gestire in modo efficace le relazioni umane perché:
    • non infierisce sui passivi: permette loro di esprimersi e non li prevarica perché è consapevole delle difficoltà che incontrano.
    • non coglie la sfida dell’aggressivo: riesce ad evitare le trappole che l’altro gli tende mantenendo un comportamento basato sul rispetto reciproco.

Le abilità assertive

Adesso che abbiamo delineato le caratteristiche dei tre comportamenti, come mettiamo in pratica l’assertività? Ecco alcune abilità che puoi iniziare da subito ad esercitare:

-Esprimere desideri e bisogni

  • Formula la richiesta in prima persona senza frasi generiche.
  • Afferma chiaramente cosa vuoi specificando come ti farebbe sentire.
  • Parla di comportamenti concreti che possono essere capiti facilmente dall’altro senza incomprensioni.
  • Non dare mai per scontato che l’altro sappia già cosa vuoi.

-Rifiutare le richieste

  • È un tuo diritto dire di no senza provare ansia.
  • Per motivare la tua risposta negativa, spiega chiaramente all’altro le tue ragioni.
  • Non è necessario motivare la risposta con scuse inventate al momento per giustificarsi: le bugie sono tipiche del comportamento passivo.

-Fare una critica costruttiva

  • Scegli il momento giusto.
  • Esprimi chiaramente cosa non ti piace ed evita giudizi o paragoni con altre persone o situazioni.
  • Individua esattamente il comportamento in questione: deve essere reale, non una tua interpretazione, recente e facilmente riconoscibile dall’altro.
  • Visto che la critica è un momento di crescita e non di distruzione dell’altro, fornisci un’alternativa al comportamento in esame.
  • Prova ad utilizzare uno schema di questo tipo: “Quando tu (descrivi il comportamento) io provo (descrivi come ti senti) quindi io propongo (parla della tua alternativa)”.

-Ricevere una critica distruttiva

  • Non contrattaccare subito.
  • Prenditi del tempo per riflettere.
  • Fai domande per capire cosa voglia dire l’altro.

-Ricevere una critica costruttiva

  • Se sei d’accordo, ammetti di aver commesso un errore e collabora con l’altro per trovare una soluzione.
  • Se non sei d’accordo, rispetta il punto di vista di chi hai davanti senza abbandonare il tuo.

Conclusioni

L’assertività, diversamente dall’aggressività e dalla passività, non è una reazione agli stimoli ambientali, ma una scelta consapevole basata sul rispetto reciproco. Cerca di capire come ti comporti nelle diverse situazioni e mettiti alla prova con le abilità che abbiamo visto sopra: come per le attività sportive, tanto più ti alleni tanto più riuscirai ad avere successo. E scoprirai che l’assertività migliorerà i tuoi rapporti con gli altri e la tua soddisfazione personale!

Se hai domande o vuoi approfondire l’argomento contattami!

Lisa BellaspigaPsicologa e Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale

[Fonte Immagini: Pixabay]

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